Ristrutturazione di due immobili ad uso residenziale e B&B – Pordenone –

Gli immobili in oggetto ricadono in zona B0 (Residenziali di Conservazione Tipologica e/o di Interesse Ambientale). Gli interventi edilizi devono essere finalizzati alla conservazione della tipologia dei fabbricati ed alla riqualificazione degli stessi mediante il recupero dell’organizzazione spaziale originaria nelle sue componenti significative, quali risultano dall’analisi dettagliata dello stato di fatto e mediante la demolizione delle superfetazioni che impediscono il recupero e la lettura dell’organizzazione spaziale originaria del fabbricato.
Stato di conservazione
Il complesso rurale che si trova in stato di abbandono da circa 20 anni, ha subito un notevole degrado causato sia dagli agenti atmosferici che della mancanza di manutenzione. Il passare del tempo e l’abbandono, hanno contribuito ad aggravare le patologie che intaccano gli edifici del complesso. Una prima distinzione può essere effettuata considerando le diverse tipologie di edificato presenti nel complesso rurale dettate dall’uso degli spazi: le abitazioni ed i fienili. In questa relazione prenderemo in considerazione solo un’abitazione e fienile, quelli che sono oggi visibili, mentre l’altro immobile è fatiscente nella sua totalità. La prima abitazione, presenta prospetti per la maggior parte intonacati e maggiormente rifiniti con una stesura di tinta di colore rosa (ancora visibile in alcuni punti); mentre il fienile, essendo un edificio utilizzato solo per deposito di materiali agricoli e per ricovero animali, si presenta parzialmente intonacato e con una muratura mista. L’abitazione è principalmente soggetta a fenomeni che intaccano gli intonaci, la tinta, la copertura e gli infissi. Gli intonaci sono soggetti a tre livelli di erosione (asportazione superficiale della tinta, asportazione profonda dell’intonachino, asportazione profonda dell’arriccio). La tinta, è interessata da craquelure. Nei punti “critici” della casa (stipiti, angoli, attacco a terra) sono visibili lacune di entità variabile: la muratura sottostante messa in evidenza dalla lacuna, è una muratura mista in laterizio, malta e calcare marnoso. Anch’essa soggetta ad erosione superficiale, presenta una scarnificazione dei giunti di malta. La presenza di vegetazione infestante è riscontrata nelle parti inferiori della struttura e comporta l’insorgere di piccole fessurazioni e disgregazioni nella muratura. Il manto di copertura in coppi, risulta sconnesso o mancante in alcune parti; questo provoca fenomeni quali erosione da dilavamento in facciata, marcescenza degli elementi lignei del sotto tetto, esfoliazione degli intonaci interni. In modo diffuso, è presente sulle marsigliesi deposito superficiale coerente e patina biologica. A livello strutturale, l’abitazione non mostra segni di particolare rilevanza; sono comunque presenti fessurazioni e mancanze di parti murarie. Il ruolo strutturale di alcuni elementi in facciata risulta però compromesso. Gli infissi in legno dell’abitazione, presentano fenomeni di rottura, di mancanza di parti, di marcescenza e fori di sfarfallamento. I vetri degli infissi hanno uno spessore esiguo e sono soggetti a facile rottura. Il fienile, essendo un edificio “povero” usato come deposito attrezzi e ricovero animali da fattoria, presenta soluzioni costruttive adattate alla necessità di usufruire di spazi esterni all’abitazione. A partire dalla muratura esterna, si denota subito il carattere del manufatto: la muratura mista in laterizio, calcare marnoso e malta, è a vista nelle parti inferiori dei prospetti. L’intonaco è parzialmente presente in tutte le facciate; la tinta è invece visibile solo su alcune porzioni d’intonaco. I fenomeni di degrado che intaccano le superfici esterne sono: erosione (asportazione superficiale della tinta, asportazione profonda dell’intonachino), erosione da dilavamento, marcescenza, rottura e mancanza di parti degli elementi lignei. I prospetti interni del fienile, sono soggetti ad una diffusa disgregazione dei giunti di malta, ad un’erosione superficiale della malta presente in alcuni punti e a macchie diffuse sul lato interno delle tavelle della copertura. Gli elementi lignei che compongono la struttura del tetto, sono soggetti a deformazione, marcescenza e fori di sfarfallamento. Il loro ruolo strutturale è compromesso e nella fase d’intervento non verranno recuperati e riutilizzati. Al piano terra, la pavimentazione è in terra battuta.
Relazione di progetto
Il passaggio che si denota alla fine degli anni ‘90 tra una condizione di utilizzo a pieno regime e il riscoperto interesse verso il riuso dei manufatti rurali successivo ad uno stato di totale o parziale abbandono, ha comportato tutta una serie di interventi volti al recupero e all’adeguamento dell’edificato rurale del territorio comunale. L’analisi sul patrimonio architettonico rurale, evidenziano il cambiamento di destinazione d’uso di numerose strutture minori, adibite in passato ad attività agricole ed utilizzate oggi a fini residenziali o come locali accessori alla residenza anche se alcuni edifici continuano ad essere in stato di ad abbandono. Sono proprio i fabbricati in disuso, o comunque quelli utilizzati in maniera non continuativa, ad aver mantenuto maggiormente le caratteristiche tipologiche primitive. Essi, per questo motivo, costituiscono una valida ed importante documentazione per quanto riguarda lo studio dell’utilizzo dei materiali, la tecnica costruttiva e i dettagli architettonici. Prima che si diffondesse la tendenza a rivalutare il patrimonio architettonico rurale, gli interventi di recupero sui fabbricati (o anche di sola manutenzione) più che alla conservazione degli stessi, hanno mirato quasi esclusivamente allo sfruttamento delle volumetrie già esistenti. Le conseguenze di tale approccio risultano più che evidenti: sono complessi edilizi completamente, o in larga misura, compromessi al punto da rendere ormai illeggibile la struttura architettonica tipologica originaria. Sull’onda del successo della formula agrituristica ed in generale sulla scia di una rivalutazione anche culturale della civiltà contadina, il recupero delle strutture rurali è divenuto negli ultimi anni più attento al rispetto delle preesistenze. L’interesse per l’architettura rurale ha comportato, oltre ad una maggiore attenzione nella scelta dei dettagli e dei materiali (di recupero o comunque scelti in conformità con l’originario), anche ad una maggior cura nella manutenzione degli annessi minori e nella progettazione degli spazi esterni.
Uno degli obiettivi che il progetto persegue è la difesa dei caratteri autentici ed unitari dell’insediamento, che ne rappresentano l’identità e, vanno quindi salvaguardati. Nell’edilizia rurale, ritenuta “povera”, alcuni dettagli testimoniano un’insolita sapienza di fattura che dovrebbe essere tramandata alle generazioni future. Il progetto, si propone di conciliare e trovare un giusto “compromesso”, tra la tutela dei caratteri tipologici e, le nuove destinazioni d’uso del manufatto. Quest’ultima richiede particolari attenzioni verso l’efficienza e la sostenibilità dell’edificio. Una nuova funzione inserita in un contesto di preesistenza, comporta scelte progettuali che devono tenere conto sia delle nuove normative a livello energetico che delle necessità comportate dal nuovo utilizzo degli spazi. Il progetto si sviluppa proprio attraverso questo difficile rapporto.
Il complesso rurale non presenta elementi di particolare pregio architettonico ma denota un carattere tipologico ben riconoscibile. L’idea di rifunzionalizzare gli spazi attraverso la struttura ricettiva “bed & breakfast” deriva inizialmente dallo studio del territorio: la vicinanza a luoghi d’interesse, il diffuso “turismo agricolo”, la presenza di risorse storiche testimoniali, hanno definito una strategia in cui il recupero incentiva, in parte, il cambio di destinazione d’uso. Dopo aver realizzato le fasi di rilievo e, dopo aver appreso ulteriori conoscenze sul manufatto, l’idea di inserire nel contesto esistente una struttura ricettiva, ha condotto alla definizione degli spazi. È prevista una “macro ripartizione” degli ambienti esistenti in spazi privati (abitazione) e in spazi dedicati alla ricezione turistica. Quelli privati saranno destinati a dimora dei proprietari e si concentreranno nei piani superiori della casa. Gli spazi adibiti a struttura ricettiva, si concentreranno in parte all’interno del fienile (ristorazione), in parte nel piano terra (camere). La netta suddivisione deriva dall’idea che la conduzione famigliare debba essere sempre presente all’interno del complesso ma debba anche mantenere la propria “indipendenza” rispetto al soggiorno degli ospiti. Nel totale, le camere del B&B a disposizione, saranno quattro. Quelle posizionate al piano terra della casa (sotto l’abitazione dei proprietari) sono state pensate come camere matrimoniali con servizi igienici annessi; la camera inserita nell’edificio secondario diventa una sorta di mini-appartamento. Il piano terra oltre alle camere, è stato progettato come grande soggiorno ed ospita la sala colazione, mentre all’esterno, il fienile ospiterà la reception e il piccolo ristorantino.
Una volta definito l’uso degli spazi, il progetto entra nella fase di dettaglio: occorre trovare per ogni situazione, soluzioni che non compromettano il carattere degli edifici del complesso ma che, risolvano i problemi causati dal degrado, dalla mancata manutenzione e dalla tipologia architettonica non realizzata per ospitare una funzione diversa da quella iniziale (il fienile ne è un chiaro esempio).
Il progetto prevede la demolizione totale del manufatto, il suo arretramento per consentire l’accesso al parcheggio pubblico della Sacrestia della chiesa dei Santi Ilario e Tiziano, (così come richiesto ed auspicato dal Parroco). I prospetti esterni dell’abitazione, raccontano l’identità storica del complesso rurale e portano i segni leggibili del passare del tempo; proprio per queste caratteristiche si è deciso di conservare la lettura della forometria adeguandola però alle esigenze e alle normative attuali. Il tentativo di conciliare la necessità progettuale con le informazioni storiche contenute e trasmesse dai prospetti, ha condotto ad una fase di ricerca in cui si è cercato di valutare quale sia il “male minore” in termini di perdita di informazioni storiche.
In questa prima fase progettuale si è cercato di capire l’inviluppo del nuovo manufatto, la possibile disposizione interna che soddisfi la normativa attuale in merito alle varie destinazioni d’uso adottate nonché le richieste dei committenti. In una seconda fase si scenderà nel dettaglio costruttivo, nella scelta dei materiali, nella progettazione degli impianti e quant’altro serva per il progetto definitivo.
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